01-cheratoconoIl cheratocono è una malattia degenerativa non infiammatoria della cornea, caratterizzata da un graduale e progressivo sfiancamento dello stroma centrale e paracentrale e da uno sfiancamento conico ( o ectasia) del profilo corneale che inducono l’insorgenza di un astigmatismo irregolare.

Questa patologia è estremamente invalidante per il paziente, e nei casi avanzati, porta ad un notevole peggioramento della visione. Le alterazioni corneali che si vengono a generare determinano la formazione di aberrazioni ottiche elevate non correggibili con occhiali ( talvolta solo con le lenti a contatto).

E’ una patologia che colpisce generalmente soggetti giovani in pubertà e sino ai 20 anni di età. Solitamente il primo occhio ad essere colpito subisce una evoluzione più veloce, registrando un difetto visivo maggiore, l’altro occhio può progredire con una maggior lentezza.

02-comaQuesta è la coma ovvero l’aberrazione di ordine elevato generata dal cheratoconoLa riduzione del visus è determinata dalla deformazione della superficie corneale che provoca anomalie nella refrazione e genera aberrazioni ottiche di ordine elevato. Tra queste quella più presente è proprio la coma, ovvero un'alterazione del fronte d'onda che genera la formazione di importanti aloni attorno alle fonti luminose che assumono la forma della coda di una cometa.

Tuttavia è possibile migliorare il visus con l'impiego di speciali lenti a contatto rigide che sono in grado di compensare in parte questo sfiancamento corneale.

 

EZIOLOGIA

L'eziologia del cheratocono è sicuramente genetica, con la formazione di fibre corneali anomale. A queste si uniscono probabili cause derivanti da alterazioni metaboliche che contribuiscono a peggiorare il quadro clinico.

 

DIAGNOSI

03-topografia-tomografia-cornealeLa diagnosi del cheratocono viene effettuata dopo un attento esame della superficie corneale, dopo un accurato esame della refrazione, e principalmente tramite la topografia, la tomografia corneale e l'aberrometria.

La topografia e la tomografia corneale, sono degli esami di secondo livello (generalmente richiesti in seconda battuta dall'oculista dopo la valutazione di sospetti clinici) e consentono un accurato studio della superficie corneale. Inoltre l'aberrometria corneale consente una valutazione dello stato refrattivo della cornea e dell'occhio complessivamente.

L'importanza di questi esami è quella di monitorare eventuali peggioramenti della curvatura corneale, evidenziando anche piccole modifiche, utili per definire la progressione della patologia.

04-cheratoscopia-corneaLe due immagini sono due cheratoscopie che mostrano a sinistra una cornea perfettamente regolare e a destra una cornea affetta da cheratocono. (notare a sinistra la regolarità dei dischi di Placido proiettati sulla superficie corneale, mentre a destra la proiezione e deformata con progressiva confluenza verso il basso)

 

TERAPIA

Attualmente la terapia del cheratocono si avvale dell'utilizzo di numerose strategie parachirurgiche e chirurgiche, finalizzate ad arrestare l'evoluzione della patologia oppure a curare stadi di progressione troppo evoluti. Tra questi è importante citare il Cross-Linking Corneale, l'impianto di anelli intrastromali, il trapianto di cornea.

 

IL CROSS-LINKING CORNEALE05-ricrolinIl Ricrolin è la Riboflavina utilizzata per effettuare la procedura del Cross-Linking

Il Cross-Linking Corneale è una tecnica parachirurgica abbastanza recente ed innovativa, che combina l'impiego di sostanze quali la riboflavina (o vitamina B12) ed i raggi ultravioletti emessi da una speciale sorgente luminosa, per creare una reazione chimica all'interno dello stroma (lo scheletro della cornea). La reazione chimica porta alla formazione di legami tra le fibre di collagene (la proteina che costituisce oltre il 70% dello stroma corneale)che nel paziente con cheratocono sono diminuiti. Questo processo di Cross-Linking tra le fibre di collagene consente di aumentare la resistenza meccanica della cornea con conseguente riduzione della sfiancamento della stessa.

 

COME VIENE EFFETTUATO L'INTERVENTO?

La metodica di esecuzione del Cross-Linking corneale è una procedura mini invasiva e atraumatica, con minimo dolore per il paziente. Il giorno del trattamento viene instillato un collirio per restringere temporaneamente la pupilla. L'occhio e la cute palpebrale vengono puliti con soluzione antisettica, viene instillato un collirio anestetico per ridurre qualsiasi eventuale situazione di fastidio.

06-procedura-cross-linkingProcedura di Cross-Linking con Riboflavina e CBM-XlinkerDopo una prima fase in cui la cornea deve assorbire la riboflavina (RICROLIN® TE) somministrata ripetutamente dall'Oculista ( fase della durata di 30 min), viene applicato uno strumento per mantenere aperto l'occhio (blefarostato) e si effettua il trattamento con raggi ultravioletti a bassa intensità (questi raggi non sono dannosi per l'occhio). Anche questa fase ha la durata di 30 minuti, suddivisa in sei intervalli da 5 minuti ognuno. Il tempo complessivo dell'intervento è pertanto di circa 1 ora.

Al termine viene effettuato un lavaggio dell'occhio con soluzione salina ed una medicazione con colliri specifici. Secondo il parere dell'oculista, è possibile posizionare una lente a contatto protettiva, che verrà rimossa pochi giorni dopo il trattamento.

 

IL TRATTAMENTO CXL-TE E' DOLOROSO?

Il trattamento non è doloroso e viene ben tollerato. L'utilizzo del collirio anestetico contribuisce a migliorare ancora di più la sensazione di confort del paziente. il decorso post-operatorio non determina particolari disturbi. La qualità della visione che si avrà dopo l'intervento sarà la stessa che si aveva prima dell'intervento chirurgico, senza particolari fenomeni di offuscamento. Questo contribuisce, sempre a discrezione dell'oculista della ripresa in tempi rapidi della propria attività lavorativa o di studio. Talvolta potrebbe presentarsi una lieve sensazione di corpo estraneo ed una modesta iperemia congiuntivale. Tutto ciò generalmente si risolve nel giro di poche ore.

 

COSA SI DEVE FARE DOPO IL TRATTAMENTO?

L'Oculista prescriverà una terapia a base di colliri che verranno somministrati più volte nell'arco della giornata per un certo periodo di tempo. Nel caso lo ritenesse opportuno, l'Oculista potrebbe applicare una lente a contatto protettiva che va tenuta per pochi giorni.Potrebbero essere consigliati anche alcuni integratori che favoriscono un più rapido recupero delle funzioni. E' opportuno effettuare delle visite di controllo per valutare il corretto andamento della fase post-operatoria.

 

COSA CI SI DEVE ASPETTARE DAL TRATTAMENTO? LA VISTA PUO' MIGLIORARE?

Il CXL-TE è una tecnica che ha l'obiettivo di rallentare e, in qualche caso , arrestare la progressione del cheratocono, evitando il peggioramento della qualità della visione. Il CXL-TE non è una metodica "refrattiva", ovvero con l'obiettivo di correggere i difetti della vista, anche se alcuni pazienti manifestano, a distanza di pochi mesi, una vista "migliore" . Questo è un evento che si verifica spesso anche se non in tutti i casi.